DM Manifesto

Manager, artigiani, imprenditori, professionisti: tutto questo insieme, per stare sul filo della��economia figlia delle logiche di internet, quella di domani. Quasi tutti giovani. Innovatori e visionari capaci di scrivere pagine di successo per nuove start-up e per aziende storiche della manifattura italiana. Solo che nessuno lo sa.

Essere un Digital Maker significa capire che la cultura digitale A? una cultura non industriale, bensA� artigianale, che cerca di completare la��oggetto, di sedurre la forma, plasmandola ed avvicinandola al contesto e ai comportamenti sociali.

Per competere occorre riscoprire l’asset di fondo del Made in Italy, la capacitA� artigianale, fatta di vicinanza al cliente, di ascolto e personalizzazione. Un mix di attenzione allo sviluppo delle tecnologie, conoscenza profonda del mercato di riferimento, proattivitA�, flessibilitA� e duttilitA�. Sono caratteristiche che le migliori tra le nostre piccole imprese e giovani makers possiedono.

Internet ha permesso di organizzare una nuova socialitA� e nuovi modi di condividere il sapere. Nei prossimi dieci anni siamo chiamati ad applicare tutto quello che abbiamo sviluppato nel mondo digitale al mondo reale. Si tratta a�� come dice Andreson – di passare dai bit agli atomi. Le premesse per questa rivoluzione ci sono giA� tutte. Il web ha dato voce a una societA� che ha imparato a riconoscere il valore della varietA�.

Oggi il mercato A? pronto a premiare una generazione di prodotti nuovi, diversi, su misura, che sono il risultato di nuove tecnologie e nuove logiche di divisione del lavoro che superano i limiti tipici della produzione di massa.

Il modello della prossima rivoluzione industriale sarA� quello della manifattura distribuita sostenuta dalle dinamiche collaborative della��Open Innovation, scambio e condivisione di saperi, know-how e strumenti.